Sopravviviamo in un mondo in cui il denaro è tutto. Il nostro valore come esseri umani è calcolato in base al nostro successo professionale e al nostro potere economico. “Essere qualcuno nella vita” è sinonimo di rafforzamento della nostra vocazione professionale. Durante un’escalation sociale in cui inseguiamo quel prezioso picco, lungo la strada perdiamo la nostra umanità, proprio come è successo a Price, protagonista di Distraint, un’avventura grafica di terrore psicologico che scava nel rimorso coscienzioso di un agente immobiliare dedicato allo sfratto degli abitanti delle case precluse.

Il gioco
Prima di giocare a Distraint 2, è essenziale aver completato il primo capitolo per non perdere i dettagli del filo narrativo e comprendere la storia di Price. La seconda parte di questo indie in salsa horror/adventure è ambientato all’interno della mente del nostro agente immobiliare. Allo stesso modo, la storia assume un aspetto molto più emotivo e parte dalle critiche sociali che ha assorbito dal capitolo precedente. Price punterà alla propria salvezza, che sarà possibile solo se troverà speranza. Il suo viaggio, diviso in cinque episodi, non richiederà più di 2-3 ore, il che trarrà un ottimo vantaggio dal ritmo di una storia che rivendica l’importanza del perdono, dell’accettazione di se stessi e delle seconde possibilità. Price incontrerà diverse personificazioni delle parti della sua psiche: Reason, il vecchio saggio che ci guiderà nella nostra avventura; Avidità, il dirigente che tenterà il nostro agente con il malato desiderio di potere; Un barista che conforterà il nostro protagonista depresso. E, sorprendentemente, le terrificanti sequenze saranno dirette da Agony and Fear, in agguato nell’oscurità della psiche di Price. Price esplorerà ricordi distorti delle sue esperienze e dovremo risolvere una serie di enigmi per arrivare alla lezione appresa in ogni episodio. A differenza del suo prequel, la risoluzione non consisterà in compiti spiacevoli.

Analisi del Gameplay
In Distraint 2 avremo il solito e breve inventario con il quale risolveremo enigmi semplici, meccaniche a cui vengono aggiunti gli enigmi tradizionali basati sulla composizione delle immagini e molti altri che richiederanno una password che scopriremo negli indizi – alcuni troppo ovvi – della trama propria. Inoltre, le persecuzioni avranno un ruolo maggiore rispetto a Distraint1: in brevi sequenze molto lineari, la Creatura della Paura attraverserà il corridoio in cui ci troviamo, per il quale dobbiamo nasconderci nel guardaroba più vicino e aspettare fino a quando la minaccia cessa. Pertanto, la difficoltà di Distraint 2 è molto conveniente per tutto il pubblico, poiché il suo obiettivo è quello di dare la priorità alla narrazione e alla tensione nel giocatore che, sebbene sia facile proteggersi dalle minacce, rimarremo in sospeso prima di un’apparizione improvvisa della Creatura della Paura. D’altra parte, c’è una mancanza di maggiore versatilità in queste sequenze di inseguimenti che favorisce la libertà del giocatore e lo invita a scegliere tra diversi nascondigli. Per quanto riguarda i controlli, possono essere personalizzati, il che favorisce tutti i tipi di preferenze ed esigenze.
La profondità di Distraint 2 va ben oltre il semplice terrore, anche se vivremo momenti ancora più spaventosi rispetto a Distraint. Non solo saremo angosciati dal dubbio di quando sarà la prossima apparizione di Price’s Fear and Agony, ma saremo elettrizzati dalla sua storia di redenzione narrata con un simbolismo tanto delicato quanto accurato. Distraint riuscì a metterci in contatto con un uomo che, nonostante avesse un lavoro disonesto, era diviso tra il suo rimorso e il turbine del successo sociale da cui non sapeva fuggire. Tuttavia, Price ha un buon cuore, e in Distraint 2 ti accompagnerà in un apprendimento vitale: vedi i suoi errori, mentre li accettiamo insieme a lui e cerchiamo perdono per questo. Inoltre, vedremo argomenti difficili trattati con grande eleganza e sensibilità, come superare la perdita dei propri cari. Vale la pena menzionare la conclusione finale in cui, senza sventrare la storia di Price, tratta le luci e le ombre di se stesso con grande maturità.
Jesse Makkonen ha realizzato a mano la grafica di Distraint 2 e ha sovraperformato il capitolo precedente, con animazioni più raffinate che accentuano l’andatura goffa di Price, che può anche correre in questa secondo capitolo e il movimento ossessivo della Creatura della Paura. Con uno stile in cui apprezziamo la depressione di Price, le luci e le ombre della sua psiche sembrano buone nelle loro rispettive allegorie audiovisive, senza perdere di vista, anche nei pochi paradisi di pace, che stiamo affrontando un titolo horror. Il tono onirico del gioco è sottolineato da un filtro granuloso (regolabile nel menu delle opzioni), mentre la neve e il rumore bianco sono le stelle nelle scene più inquietanti. Non dobbiamo dimenticare l’uso sorprendente dell’immagine reale per uno dei personaggi. Il suono in Distraint 2 è ancora un punto alto della produzione. La musica distorta, sebbene archetipica, accompagna tutte le scene più tese, in contrapposizione ai temi belli e malinconici sul violino per le sequenze più emotive. I personaggi, oltre al loro aspetto, differiscono nel tono dei loro lamenti. La location, eseguita da “un uomo di in esilio che si è ripetutamente identificato con Price” citato nei titoli di coda mostra un lavoro scrupoloso quasi perfetto, pieno di autenticità nei personaggi, anche se abbiamo trovato un errore di ortografia occasionale o non tradotto di puzzle.

In conclusione
Distraint 2 ci angoscia e ci strapperà alla sua fine, poiché tutti noi, nella nostra vita professionale, possiamo vederci riflessi nella storia di Price. Vittime della precarietà, alla ricerca di un sogno impossibile e autori di errori che fanno parte della nostra complessità umana. Ma soprattutto, degno di trovare una Speranza e ottenere una seconda possibilità.