Dal primo momento in cui ho appreso dell’esistenza di Evan’s Remains, me ne sono innamorato follemente, ammetto che all’inizio ciò che mi ha attratto è stata la sua meravigliosa estetica e grafica, ma a poco a poco ho scoperto di più sul gioco fino a che alla fine abbiamo dovuto averlo per la recensione. Evan’s Remains è, praticamente nella sua interezza, il lavoro di Matías Schmied, un giovanissimo ragazzo argentino che ha imparato a programmare e creare videogiochi da casa sua attraverso tutorial che ha trovato su Internet. E la verità è che non potremmo rallegrarci di questa decisione, perché abbiamo tra le mani un vero gioco in tutti gli aspetti che mostra talento autentico e buon lavoro nella sua esecuzione.
Il gioco
E la storia che Evan’s Remains ci presenta è già affascinante dal primo momento: ci mettiamo nei panni di Dysis, una giovane donna che lavora per un’azienda tecnologica privata a cui è affidata la missione di viaggiare in un’isola deserta e localizzare un certo Evan, i motivi e i dettagli sono sconosciuti. Ma quest’isola non è un’isola normale e normale, nasconde un enorme segreto e apparentemente non è così deserta come sembra. Dietro questo sipario si nasconde un gioco il cui genere potrebbe essere definito come “puzzle narrativo”, e cioè che la trama del gioco è la sua più grande forza. Stiamo parlando di una trama che forse a causa del suo tema o della sua concezione non rivoluzionerà il mondo, alcuni potrebbero pensare che possa essere un po’ “riciclata” da altri titoli, ma è certamente una trama che ha funzionato sotto tutti gli aspetti. È un argomento pensato e pianificato fino all’ultimo dettaglio, che non lascia dubbi, sorprende il giocatore con diversi colpi di scena ed è impossibile sapere cosa sta succedendo fino praticamente alla fine del gioco. Senza dubbio, uno dei giochi più funzionati a livello di trama come non vedevo da anni. Per mettere giù qualcosa, ci sono alcune situazioni che non sono del tutto chiare o che sono lasciate all’immaginazione del giocatore.
Analisi del Gameplay
Ma com’è Evan’s Remains nell’aspetto giocabile? Abbiamo già detto che si tratta di un puzzle narrativo, quindi continuo a spiegare questo concetto. Ci muoviamo su un piano bidimensionale, cioè a sinistra o a destra, e dovremo risolvere enigmi che incontreremo lungo la strada. Questi puzzle, sotto forma di monoliti, hanno piattaforme diverse con azioni diverse: alcuni ci teletrasportano su un’altra piattaforma simile, altri servono come trampolino di lancio e quelli più elementari scompaiono davanti ai nostri piedi una volta saltati da loro. L’idea è di giocare, modificare e riflettere attentamente sull’uso che facciamo di queste piattaforme per superare il muro che ci impedisce di continuare ad avanzare sulla nostra strada. Forse il problema del gioco è che si discute a metà strada tra il gioco puzzle e il romanzo visivo, ma senza optare totalmente per l’uno o l’altro. Il tono generale del gioco è che per ogni due o tre puzzle che risolviamo, assisteremo ad un filmato che continuerà a raccontarci la storia e le conversazioni tra i personaggi, e questa meccanica si ripete per tutto il gioco, che alla fine diventa un po’ ripetitivo fino al suo finale. Ad ogni modo possiamo adattare il nostro modo di giocare a ciò che vogliamo, in qualsiasi momento possiamo saltare sia i puzzle che i dialoghi, in modo da poter giocare sia un’avventura narrativa pura oppure come se volessimo solo risolvere i puzzle, ma è devo avvertirvi: gli enigmi non sono lì per riempire e hanno un’importanza trascendentale nella trama in modo quasi simbiotico, quindi è conveniente non saltare nessuna delle parti. Impegnato già nella sezione audiovisiva, graficamente il gioco piace fin dal primo momento, con una pixel art molto lavorata sia nel design che nelle animazioni, mostrando una grande varietà di splendidi ambienti che ci lasceranno affascinati ad ogni passo. Nella sezione sonora non avremo voci di alcun tipo, ma avremo melodie che accompagnano molto bene ogni momento e situazione. La durata è un altro dei suoi svantaggi, perché in due o tre ore possiamo finire il gioco a seconda di quando restiamo bloccati negli enigmi e una volta finito non saremo in grado di fare nient’altro, non ci sono novità modalità di gioco o difficoltà. È un viaggio di sola andata, ma uno dei migliori viaggi che abbiamo fatto fin’ora.
In conclusione
Evan’s Remains è una meraviglia, uno di quei piccoli gioielli che appaiono quando meno te lo aspetti e ci regala una storia meravigliosa piena di emozioni e sentimenti. I puzzle sono una parte molto importante del gioco e hanno una discreta difficoltà con il giocatore. La sua struttura può diventare ripetitiva, ma il desiderio di vedere come continua la storia ci farà continuare con grande desiderio.