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Kona – Recensione

Parabole, creando Kona, ha scelto un genere molto ambiguo e secondo me ha fatto più che bene.

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Siamo nell’Ottobre del 1970.

Ci troviamo davanti ad un ponte in attesa di entrare nei territori del Canada, precisamente quelli adiacenti al lago Atamipek.

Nel decidere il da farsi, la voce narrante che accompagnerà tutto il gioco ci informa che stiamo vestendo i panni del detective Carl Faubert, assoldato da un ricco industriale per risolvere alcuni casi di vandalismo alle proprietà di quest’ultimo.

Mentre ci stiamo recando al luogo d’incontro con la nostra vettura, veniamo bloccati in una tormenta di neve che sembra aver circondato l’intera città rurale del posto.

La città è desolata e mentre, al nostro arrivo, sembrava di essere in una fresca primavera una volta nel paese sperimenteremo l’inverno più terribile e bufere di neve incessanti. Lupi si aggirano nel villaggio per rovistare nelle pattumiere e qualcosa si muove fra i boschi… Siamo tagliati fuori dal mondo, ci tocca sopravvivere.

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La parte investigativa è ben curata, sopratutto nel mettere alla prova le facoltà deduttive dell’utente, il quale dovrà seguire tracce, trovare oggetti rilevanti e risolvere enigmi vari. Nel mentre dovrà anche difendersi dagli strani fenomeni che avvengono intorno a lui, dando quindi un pizzico di rischio al settore delle indagini. La storia non sarà dunque condotta su un singolo binario lineare, piuttosto verrà interamente gestita dal giocatore in base alle sue scelte d’esplorazione e agli indizi che riuscirà a trovare nella mappa di gioco. In parole povere, il vostro percorso deciderà lo svolgersi degli eventi.

I suoni, in generale, sono ben fatti, i nostri scarponi sulla neve, il cigolio della portiera del nostro pick-up, il vento che scuote le fronde degli alberi. Cosa dire poi del comparto grafico? Davvero pregevole. Naturalmente non siamo a livelli astronomici ma posso assicurarvi che Kona dir la sua anche sotto questo aspetto.

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COMMENTO PERSONALE

L’atmosfera di gioco è mutevole, passando dal relax donato dal bellissimo panorama fino all’ansia dettata dall’esplorare abitazioni o aree buie. Quest’ultimo aspetto è subdolamente dominante per tutta l’esperienza del titolo.

Kona vuole portare a pensare che il protagonista si trovi in una città che non ha più nessun abitante, quando attraverso degli ottimi indizi visivi e sonori gli fa capire che c’è qualcosa di imprecisato insieme a lui, ovvero il fulcro di tutto il “caso” che sta seguendo il detective.

Purtroppo, al momento, il gioco in accesso anticipato fornisce solamente pochissime risposte, in vista del lancio del prodotto completo.

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