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Orten Was the Case – Recensione

Orten Was The Case racconta il viaggio di Ziggy, un uomo semplice senza grandi ambizioni. Dopo essersi svegliato da un blackout, si ritrova intrappolato in un loop temporale, con eventi dinamici che cambiano con il passare del tempo.

La storia

In questo gioco investigativo, pieno di enigmi ed elementi di avventura, il nostro obiettivo è trovare soluzioni a varie situazioni e svelare il motivo per cui Ziggy è intrappolato nel loop temporale. Modificando l’esito degli eventi, impariamo di più sugli NPC in un mondo che cambia, il cui stile artistico unico intensifica l’immersione nell’universo di Ziggy.

Orten Was The Case si distingue come un gioco singolare. Guardando il trailer, ciò che ha attirato di più la mia attenzione è stato lo stile artistico unico, pieno di riferimenti. Interessanti sono anche gli elementi puzzle, l’indagine e la narrazione stessa, le cui intriganti meccaniche aggiungono un aspetto speciale all’esperienza. Nell’introduzione, il gioco mostra un’antica scena di un rituale con elementi macabri e l’unico indizio è una domanda sul futuro seguita da un’esplosione. Cinquemila anni dopo, in una domenica qualsiasi, Ziggy si sveglia confuso, non capendo cosa sia successo. Nella sua mano, un messaggio gli ordina di trovare Shaiko alla rastrelliera per biciclette, una persona e un luogo a lui sconosciuti.

Ogni nuova informazione scoperta da Ziggy viene registrata nel nostro diario, che ha sottomenu con dettagli su obiettivi, indizi, visioni, soggetti e oggetti. Questa struttura aiuta nell’organizzazione delle informazioni e guida le azioni del personaggio, fornendo un senso di direzione. Dopo aver perso la memoria, Ziggy ottiene informazioni dalle conversazioni con gli NPC, che cambiano man mano che progredisce e affronta nuovi argomenti. Questi sono indicati nella scheda “Argomenti”, indicando con chi parlare di ogni argomento. Il menu include anche la scheda “Effetto”, con opzioni come il riavvio del ciclo e un punto di salvataggio, oltre alle funzionalità di Ziggy. Il riavvio del ciclo è necessario quando un’azione fallisce e la timeline e i relativi eventi sono disponibili nel menu “Timeline”.

Seguiamo gli eventi che accadranno e potranno accadere, legati ad ogni personaggio del gioco. Se, ad esempio, non riesci a trovare Shaiko in tempo, riavvia il ciclo e vai direttamente ad esso, sfruttando le conoscenze precedenti per completare la missione in tempo. Ogni ciclo è un’occasione per imparare e raccogliere informazioni, un vero e proprio loop. Con ogni replay, accumuliamo più informazioni e individuiamo oggetti, e la padronanza dell’ambiente diventa cruciale nel gioco.

Gameplay ed altro

Orten Was The Case offre un’esperienza di gioco adattiva, con vari livelli di suggerimenti disponibili sullo schermo, che vanno dall’assenza di suggerimenti a suggerimenti estremamente chiari, oltre a opzioni di combattimento normali e facili. Il mondo di gioco è ricco di oggetti interattivi e collezionabili, che vanno dagli oggetti di personalizzazione del personaggio a strumenti utili come chiodi, mazza da baseball, bottiglia vuota e punta di vernice spray. Ziggy trasporta questi oggetti in tasca, fungendo da zaino o borsa di oggetti con capacità limitata.

Gli NPC del gioco propongono vari compiti. Ad esempio, Anders offre una ricetta se Ziggy fornisce gli ingredienti corretti. Inoltre, Ziggy deve affrontare danni ambientali, come scosse elettriche o conseguenze di errori nei puzzle. Orten Was The Case offre una notevole libertà di esplorazione, con Ziggy impegnato in attività come aprire porte, nuotare, saltare e salire le scale, in una costante ricerca di novità in un ambiente 2.5D che richiede l’attenzione del giocatore.

Un aspetto impegnativo è la comprensione dei loop temporali e dell’enorme quantità di indizi e situazioni che Ziggy deve affrontare. Sebbene l’avanzamento tra i cicli sia intuitivo, i fallimenti possono portare alla frustrazione. Su PlayStation 5, il gioco scorre senza intoppi, la colonna sonora, sebbene limitata, completa l’ambientazione. L’elemento decisivo dell’esperienza è il sistema ad anello, che può essere un fattore determinante nella preferenza dei giocatori per questo stile di gioco. Se apprezzate questa dinamica, Orten Was The Case promette di essere un viaggio coinvolgente.

Orten Was The Case, ambientato in un sobborgo metropolitano svedese degli anni ’90, è una vera e propria espressione d’arte sullo schermo. Il suo stile artistico, dipinto a mano in prospettiva 2.5D, è ipnotizzante e visivamente sorprendente. Il gioco evoca l’estetica di opere come “Machinarium”, traendo ispirazione dall’arte di rinomati artisti svedesi come Jan Lööf e Sven Nordquist. Oskar Thuresson, animatore di It Takes Two e creatore del gioco, si è concentrato sull’attrattiva culturale della Svezia, in particolare di Stoccolma.

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