Planet of the Eyes, platform adventure dello sviluppatore Cococumber, originariamente pubblicato su PC nel 2015 è approdato nel mese scorso su PS4 e XboxOne. Noi abbiamo ricevuto una key dallo sviluppatore per la versione di casa Sony e questa è la nostra recensione.
Trama
Finalista come miglior titolo indie al Canadian Videogame Awards, Planet of the Eyes racconta le vicende di un robottino, sbarcato tramite un atterraggio di fortuna su di un pianeta ostile. Questo robottino può fare veramente poco, come camminare e saltare ed è realizzato completamente in metallo, ma può anche nuotare. Il nostro amico può andare solo avanti e dietro, saltare da diverse alture e spostare oggetti per andare avanti, evitando lava, laser e vari nemici che incontreremo sul nostro cammino. Fortunatamente il sistema di checkpoint è molto permissimo, poiché il titolo salva circa ogni 10/20 metri di cammino e non dovremo fare lunghe sessioni prima di procedere spediti verso il finale.
Gameplay e comparto audiovisivo
Il gioco procede spedito verso la fine senza molti problemi, infatti è un titolo che non richiede riflessi da gatto o mette il giocatore davanti ad enigmi difficili, ma solamente un po’ di concentrazione. Alcuni di essi richiedono di far spostare un nemico da A a B per permettere al nostro amico di passare incolume, mentre altri sono semplici puzzle ambientali durante i quali bisogna tirare qualche leva, spostare massi, oggetti e cosi via, nulla che ci porterà via più di qualche minuto prima di capirne il corretto funzionamento. La storia viene raccontata attraverso vari registri audio che si possono raccogliere semplicemente passandoci sopra, dove un narratore, apparentemente solitario, ci spiega il suo sbarco su questo pianeta pieno di insidie e da consigli al robottino su come raggiungerlo. Il comparto grafico ricorda molto Limbo, anche se con colori diversi, che variano dal nero al rosso, e sembra tutto un grosso cartone animato, anche la longevità è veramente scarsa, considerando il prezzo di 9.99 euro richiesto. Infatti porterete a termine il titolo in appena 1 ora di gioco se riuscirete a capire immediatamente tutti i passaggi. Dopotutto gli sviluppatori offrono un’esperienza rilassante, senza indugi o particolari richieste verso il giocatore, anche se può risultare noiosa per alcuni di loro. La musica di sottofondo è di un genere abbastanza Dark e malinconica, anche se si adatta molto al contesto che stiamo affrontando.
In conclusione
Planet of the Eyes è un titolo rilassante e abbastanza corto, che può essere giocato in una sola volta. Non richiede particolari competenze e non stressa il giocatore. Se volete staccare dai soliti titoli triplaA è il gioco perfetto, sempre se siete disposti a spendere 10 euro circa per portarlo a casa.