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Resident Evil 7 – Recensione

Capcom finalmente ci è tornata a deliziare con la sua saga di punta, ovvero Resident Evil, e con l’avvento del settimo capitolo, grazie ad un loro codice preview, siamo riusciti a provarlo ( fortunatamente siamo ancora vivi). Essendo il numero 7 della serie, il titolo si colloca cronologicamente alcuni anni dopo gli aventi di Resident Evil 6.

Benvenuto in famiglia

La trama ricorda molto quella di Silent Hill, ma è l’unico punto che hanno in comune, con il nostro protagonista Ethan Winters che riceve un’email dalla moglie “scomparsa” tre anni prima. Quest’ultima invita Ethan a non andare in Louisiana, dove attualmente si trova, perché abitata da gente molto pericolosa. Ovviamente Ethan pur di ritrovare e riabbracciare la moglie si fionda a tutta velocità con l’auto in questo maniero. Purtroppo però la casa ha la fama di essere “stregata” ed Ethan per entrarci, deve attraversare un giardino non proprio invitante, fino all’ingresso, dove però cominciano ad accadere strane cose…

Devi tornare a casa, Ethan!

All’uscita della demo e della sua presentazione, buona parte dei fan rimasero colpiti ma allo stesso tempo turbati da questo cambio di rotta della serie, ma a quanto sembrava Capcom aveva deciso di riportare in alto il nome della serie dopo gli ultimi 2/3 disastri. Dopo aver giocato personalmente a quella demo, siamo rimasti entusiasti del lavoro che stavano facendo gli sviluppatori ed oltre ad implementare la prima persona nella serie per la prima volta, per le versioni Ps4 c’era una novità aggiuntiva: La possibilità di poter giocare il titolo completamente in VR. Anche se si tratta di un’esclusiva temporale, le vendite di quest’ultima versione sono andate alle stelle. Purtroppo noi non abbiamo potuto provarlo, poiché abbiamo testato il titolo su PC, che comunque fa la sua sporca figura. . Capcom è riuscita a riscatenare l’ansia e l’angoscia che provammo ormai 20 anni fa con il primo Resident Evil, con una continua tensione per il non sapere cosa ci aspetta dopo la prossima porta, seguita anche dal sollievo di trovare la stanza sicura, per poter posare gli ultimi “tesori” raccolti, di poter salvare e chiudere finalmente quel passaggio pauroso in quella casa. Per non parlare dell’ansia di essere perennemente seguiti dai Baker, la famiglia che ci ha accolto cosi bene durante la famosa cena dei trailer. Con un padre che ama molto le armi bianche, il figlio Lucas, psicopatico e la madre Marguerite, ormai fuori controllo a causa del virus.  Un’ultima nota particolare, alla nonnina, che stando ferma sulla sedia a rotelle, sembra quasi morta, ma come scoprirete, gli piace molto girare per casa e guardarvi.

Il passaggio dalla terza persona alla prima è un altro punto che ci ha lasciati perplessi durante il suo annuncio, ma che con l’uscita del gioco ci ha fatto cambiare idea, dandoci l’idea che l’unica alternativa alle telecamere fisse dei primi Resident Evil fosse solo questa. Il gameplay è tornato quello di un tempo, dando l’addio alle frenetiche sparatorie di Resident Evil 6 e alla cooperativa di Resident Evil 5. Esplorazione, backtracking ed enigmi tornano a fare da padroni in questo settimo capitolo, per non parlare delle sparatorie o combattimenti con coltelli e varie armi bianche. Non ci sono più le frenetiche sparatorie e combo in vecchio stile, ma ora è semplice combattimento, quasi come nei primi capitoli, solo in prima persona. I nemici, tranne le boss fight, sono tutti uguali, tranne per durata del loro abbattimento. Alcuni avranno bisogno di 3 colpi di pistola, altri 5, ma per il resto, tutti simili tra di loro. Forse è questa l’unica nota dolente di questo capitolo.  Nulla da dire anche per quanto riguarda il comparto sonoro, con suoni, gemi, musiche da oscar ed un doppiaggio in italiano di alta fascia.  Inoltre molto piacevole l’assenza dei caricamenti durante il gioco, tranne per quello iniziale che può durare anche fino a 30 secondi, ma è un compromesso molto più accettabile per godere di questo titolo senza interruzioni. Le difficoltà affrontabili sono tre: facile, medio e difficile ( sbloccabile solamente dopo aver completato almeno una volta il gioco).  Le uniche cose che variano da facile( e medio) da quella difficile sono la possibilità di non poter salvare all’infinito, l’aggiunta quantitativa di più nemici ( e più resistenti) e della locazione degli oggetti, che si troveranno in luoghi diversi. Ovviamente non mancano obiettivi da sbloccare di tutti i generi, come dal finire il gioco in meno di quattro ore, finirlo alla massima difficoltà, raccogliere tutti i collezionabili o fare determinate azioni durante i combattimenti. Il comparto grafico è nuovo di zecca, dato l’uso del “Resident Evil Engine”, che si comporta molto bene su tante configurazioni diverse, grazie anche all’ampio parco di opzioni grafiche, tra cui texture, risoluzioni, riflessi, ombre, antialiasing etc. Per finire parliamo della lunghezza del titolo, che giocato tranquillamente può arrivare anche a 15 ore di gameplay, ma nella nostra seconda Run e sbloccare  i due finali che il gioco propone abbiamo impiegato 9 ore, quindi una diminuzione significativa. Poi invece per gli hardcore game, come detto, c’è la possibilità di finirlo in meno di 4. Bhè buona caccia e buona fuga.

In conclusione

Il RE è tornato ragazzi, ed è più in forma che mai. Capcom è riuscita in sul gioco a farne dimenticare 3 che non sono degni di portare quel nome. Resident Evil 7 è disponibile su PC, XboxOne e PS4 ed è consigliato ovviamente agli amanti della serie, ed a quelli nuovi che vogliono avvicinarsi per la prima volta alla saga.  Conoscerete la famiglia Baker, e fidatevi se vi diciamo che li sognerete anche di notte, mentre cercherete anche voi di fuggire dai vostri incubi.

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