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Shadowrun: Hong Kong – Recensione

In questo periodo è difficile trovare uno sviluppatore che rilascia costantemente giochi non solo buoni, ma ottimi. Ritorniamo al 2013, e una casa di sviluppo, “Harebrained Schemes “, pubblica per la prima volta Shadowrun, gioco di strategia, avventura GDR a visuale isometrica. Dopo 3 anni circa e dopo aver pubblicato Shadowrun Returns e l’ottima Director’s Cut di Shadowrun Dragonfall, il team ci riprova con Shadowrun: Hong Kong. Saranno riusciti a mantenere lo stesso livello con quest’ultimo titolo? Scopritelo nella nostra recensione.

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La corsa nell’oscurità

Shadowrun: Hong Kong ci porta a… Hong Kong, nel 2056, e il nostro estraniato padre ci ha chiesto di incontrarlo per un motivo sconosciuto, che ovviamente si tratta di “qualcosa di terribile”. Ed in effetti il nostro amato padre non lo incontreremo mai, poiché scompare prima del nostro arrivo e il team di sicurezza da lui assunto viene assassinato. Noi e nostro fratello Duncan saremo bollati come “terroristi” e saremo costretti a chiedere aiuto a Shadowrunner mercenari per sopravvivere e scoprire la verità.

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Ci sono anche nuove meccaniche di gioco, come un nuovo sistema di reputazione chiamato “Guanxi”, che da importanza alle azioni da noi svolte, riuscendo a colmare alcune lacune dei capitoli precedenti. Chi ha giocato i precedenti capitoli sa che Shadowrun è un RPG a stampo classico, basato su un sistema a turni con dialoghi a scelta multipla, combattimenti tattici e variegati. Crescendo di livello i nostri personaggi si specializzano in varie abilità che serviranno per lo svolgimento di alcune missioni.

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Da Hong Kong Con furore

La trama generale è forte, le missioni sono forti e belle, ma qual’è il problema più importante del titolo? la Stimolazione ad andare avanti. I primi Shadowrun raccontavamo una storia a rotta di collo, grazie ad un setting lineare. Già da Dragonfall avevano permesso al giocatore di affrontare le missioni con più varietà e scelta ed ora con Hong Kong sono andati, a parere personale verso la libertà quasi assoluta del giocatore. Qui il gioco più o meno si apre con una missione storia obbligatoria e si chiude con una missione obbligatoria, con al centro un miscuglio di missioni secondarie e lavoretti. Ci si sente senza meta, anche se le missioni sono molto ben fatte se prese per conto loro, ma raramente si legano alla storia. Hong Kong è un ottimo RPG a turni, che consigliamo vivamente di giocare, soprattutto se avete amato i predecessori, ma non è Shadowrun Returns e nemmeno Dragonfall, e questo è veramente un peccato. Tutte queste innovazioni e cambi di stile, portano ad avere di Shadowrun solo il nome, anche se è come detto in precedenza, è un ottimo gioco. Graficamente è migliore dei predecessori, anche la colonna sonora supera i precedenti episodi, con musiche rinnovate e nuove aggiunte.

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Commento Finale

Dopo un anno di distanza da Dragonfall, ci troviamo un altro buon gioco della Harebreined Schemes, che questa volta riesce a colpire meno dei suoi predecessori, ma che riesce a perfezionare le meccaniche, l’aspetto grafico e sonoro del gioco. Purtroppo la possibilità di dare al giocatore la scelta di moltissime azioni, mi ha lasciato un po spaesato, e non a tutti potrebbe piacere. Comunque consigliato!

PRO

– Trama matura ed originale
– Colonna sonora da paura
– Dialoghi ben scritti

X CONTRO

–Troppa libertà concessa porta alla desolazione
–Mancano i sottotitoli in italiano

Consigliato | Non consigliato

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