Sono uno di quei giocatori che è stato elettrizzato e inghiottito dalla logica avventura di The Witness. Quindi a parte la storia, gli enigmi basati sulla necessità di percepire con l’occhio (e in una parte anche con l’orecchio) i dettagli dell’ambiente di una bellissima isola mi hanno tenuto a giocare fino alla fine. Erano esigenti, diversi, premurosi e senza un tutorial è stato molto piacevole venire a patti solo con le loro idee. Il gioco ceco The Pillar non nega davvero l’ispirazione al lavoro precedentemente citato. Una strana isola in uno stile artistico molto simile è solo l’inizio. Inoltre anche gli enigmi hanno un retrogusto che sa di The Witness, ovvero decine e decine di tavole sparse per il mondo in attesa di essere risolte. Benvenuti nel mondo di The Pillar: Puzzle Escape.

Il gioco
Come in The Witness, la storia in The Pillar è una questione completamente marginale. Se vuoi davvero saperne di più, dovrai seguirla, e anche allora non ne otterrai molto. Alla fine, viene utilizzata una narrativa minimalista e dovrai trarne le tue conclusioni. Lasciando da parte la storia, che non capirai facilmente, rimarrai con una raccolta di enigmi di qualità altalenante. Molto risolverai questi enigmi intorno a pilastri che emergono gradualmente dal terreno, per sbloccare porte, far partire raggi e procedere per la tua strada.
Molto spesso, dovrai combinare i punti colorati in modo che i singoli percorsi non si incrocino. Successivamente, ad esempio, dovrai a riempire l’intera area del tabellone con una sola linea senza lasciare vuoto un solo quadrato, formare gruppi di colori, provare a ripetere i velocissimi movimenti del “serpente” in una griglia quadrata e così via. Questi puzzle all’inizio sono interessanti, ma durante tutto il gioco, che completerai in circa tre ore, ci sono due problemi: molto rapidamente diventano una routine e, con poche eccezioni, sono facilissimi. Non ti fermerai nemmeno sulla maggior parte di essi, perché la loro soluzione è immediatamente evidente.

Gameplay ed altro
Lavorare con le piastrelle delle tavole a volte è reso speciale da un puzzle ambientale, come riflettere dei laser e reindirizzarli a un obiettivo, spingere i cubi in posizione, cercare numeri e vari personaggi, e più volte cammini avanti e indietro sulla mappa. In questi casi, ma ancor di più la presenza di questi puzzle, che non si basa affatto sulla logica, ma su un metodo di trial/error non diverte, abusato solamente per allungarne la longevità. Tre ore non sono molte, ma con la necessità di correre qua e là per la mappa risolvendo enigmi ripetitivi che non aumentano di difficoltà, fanno si che The Pillar potrebbe essere ancora meglio, ma con una longevità più bassa.
Sembra che non mi sia divertito molto, ma non è proprio vero. Con l’aiuto di una grafica allegra e un piacevole accompagnamento musicale, The Pillar può evocare più di una soddisfazione, soprattutto quando finalmente umili uno dei pochi puzzle che ha davvero preso il sopravvento sul resto. Il potenziale può essere visto in molti posti. Qualche volta, le speranze ti premiano e appare un puzzle davvero originale e complesso, sparso in enigmi sempre più piccoli, che impiegheranno mezz’ora per essere risolti. Ma non ci sono tante di queste situazioni come quelle in cui corri da un pilastro all’altro e connetti automaticamente i quadrati colorati senza dover spremere davvero il tuo cervello.

In conclusione
L’ispirazione per il grande The Witness è ovvia, ma The Pillar non raggiunge le qualità della sua fonte di idee. Soffre di enigmi troppo leggeri che si ripetono rapidamente, ma ci sono anche alcuni momenti luminosi e originali supportati da una stilizzazione giocosa e da un piacevole sottotono musicale. Inoltre per tutti i cercatori di trofei, possono sbloccare il loro trofeo di platino con circa metà dell’avventura completata, trovando i pochi collezionabili per la mappa (pezzi di quadri) e completando rapidamente il livello proposto.