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Cygni: All Guns Blazing – Recensione

Era abbastanza chiaro che Cygni: All Guns Blazing sarebbe stato un titolo molto speciale. Una delle scommesse più sorprendenti di Konami e che mi riempie di gioia, anche se in questo caso l’azienda giapponese funge solo da editore, poiché lo sviluppo è stato effettuato dallo studio KeelWorks. Un piccolo team che ha saputo creare uno dei migliori lavori all’interno del loro stile che ho avuto modo di provare negli ultimi mesi. E di che tipo di gioco stiamo parlando? Ebbene, con quel nome non poteva che essere uno sparatutto vecchia scuola, un killer-matte che lungi dall’offrire la solita ricetta, si è distinto facendo tesoro di un paio di caratteristiche interessanti che lo rendono unico e perfettamente distinguibile dal resto.

Il titolo

Cygni: All Guns Blazing è uno sparatutto a scorrimento verticale con una prospettiva dall’alto che appartiene anche alla sottocategoria degli sparatutto a doppia levetta e dell’inferno di proiettili. Credenziali abbastanza particolari e a cui si aggiunge una delle sue note più definitive, che altro non è che la sua interessante narrazione.

Seguendo un po’ ciò che è stato ricreato nella mia ammirata Sine Mora, KeelWorks ha voluto nutrire la sua produzione con una sceneggiatura molto più attenta di quella che è solitamente la norma in questi giochi. Nella bella sequenza introduttiva si vede già di cosa si tratta, con un giovane pilota che finisce per diventare l’ultima speranza per placare le orde aliene che stanno seminando il caos sul pianeta Cygni. Una sceneggiatura che poi approfondisce questo conflitto attraverso varie sequenze e che, senza essere troppo originale, diventa un ulteriore incentivo che ci incoraggia ad andare avanti.

Ma la migliore qualità che questo lavoro presenta è quanto sia gratificante ai controlli. E questo è il risultato di un layout giocabile che, nient’altro, ma personalità deve dare e dare. Attraverso sette livelli (più un curioso tutorial), dobbiamo avanzare attraverso autentici festival di proiettili e proiettili che vengono lanciati dagli avversari che inondano lo schermo. Nemici che, fin dall’inizio, possono attaccarci sia dall’alto che dalla terraferma, essendo necessario utilizzare diverse armi. Un elemento che sebbene non sia nuovo (ovvero la testa, giochi molto veterani come Pop’n TwinBee lo hanno già incorporato), non è nemmeno che sia troppo comune.

Molto meno comune è il fatto di poter cambiare tattica in qualsiasi momento, sia entrando nella fase difensiva che dando il massimo e andando all’attacco. Una delle caratteristiche più interessanti che ha il nostro aereo (chiamato Orca, tra l’altro) è che ci permette di migliorare gli scudi o il suo arsenale. Siamo sopraffatti dal potenziale offensivo di un boss finale? Bene, è ora di stringere i denti e amplificare l’efficacia dei nostri scudi. Ma se vogliamo fare un pasticcio contro un esercito molto grande di rivali prima che le cose diventino ancora più brutte, allora eseguiamo la manovra opposta. Una componente molto interessante che dona al titolo un tocco strategico che ho trovato molto suggestivo.

Gameplay ed altro

E quando arriva il momento di alimentare la nostra nave, Cygni ha voluto anche introdurre qualcosa di diverso. Invece di optare per un tradizionale sistema di potenziamento in cui fondamentalmente otteniamo potenziamenti eliminando i rivali, il miglioramento della nostra nave viene effettuato tra le fasi. Una decisione un po’ azzardata e, personalmente, è uno dei pochi aspetti del titolo che non mi convincono affatto, ma non funziona nemmeno male.

Dove è difficile liquidare il lavoro svolto da KeelWorks è il suo approccio globale. E, più specificamente, quanto sia confortante girare a Cygni e quanto sia elegante il suo gameplay. Il ritmo con cui passa ogni livello quasi non ci lascia battere ciglio, la fluidità con cui vengono eseguiti i combattimenti è impressionante e il controllo è fantastico. Una maneggevolezza in stile sparatutto a doppia levetta come ho detto prima ma che è limitata, cioè è possibile sparare solo entro una certa angolazione dalla parte anteriore del velivolo e non in nessuna direzione, come accade nella maggior parte dei titoli di questo specifico stile.

E quanto è complicato arrivare alla schermata dei titoli di coda? Beh, dipende molto dal livello di difficoltà che abbiamo scelto. Sul piano facile è un’impresa relativamente avvicinabile, ma negli altri due ci si può già preparare perché ci sono situazioni davvero complicate, cosa che alla fine della giornata è legata sia al genere in generale che al bullet hell in particolare. Un titolo che va anche notato che supporta la doppia modalità cooperativa (una delle sue grandi qualità), ma solo in modalità locale. Un’opzione a cui si aggiunge il già citato tutorial, la modalità Storia, il classico Arcade per migliorare i nostri punteggi e qualche altra opzione curiosa ma che non contribuisce molto.

Concentrandoci sul suo aspetto tecnico, siamo di fronte a un lavoro molto ben risolto ed è sorprendente che sia stato realizzato da un team indie. Cygni: All Guns Blazing può competere testa a testa con giochi recenti di studi più noti senza alcun problema (come R-Type Final 2, per esempio), superando anche questo e la maggior parte. Il ritmo frenetico, gli ottimi effetti speciali, i nemici variegati e un’estetica futuristica molto attraente sono i suoi punti di forza. E per quanto riguarda il suo aspetto sonoro, gli effetti sono magnifici, molto potenti, e le melodie attirano l’attenzione perché in molti casi hanno uno stile orchestrale, cosa non comune in questo tipo di produzioni ma è giusto dire che finiscono per adattarsi bene.

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