Oggi vado a recensirvi “The Eyes of Ara”, avventura grafica sviluppata da “100 stones interactive”. Con meccaniche di gioco apparentemente limitate, il titolo ci ha sorpreso per l’ottimizzazione grafica e per le soluzioni degli enigmi che molte volte, sono più belle del puzzle stesso.
CI OSSERVANO
Situata su di una scogliera, una cittadella piena di passaggi segreti sembra apparentemente deserta. Il motivo? Spetta a noi scoprirlo. Veniamo inviati per indagare su di una strana trasmissione che abbiamo ricevuto. Attraverso una serie di diari, disegni e scritture varie, veniamo a conoscenza di un vecchio eremita che viveva li, forse responsabile di tutto questo. La trama di Ara riesce ad adattarsi perfettamente con l’ambiente e riesce a fare integrare il nostro personaggio anche se alcune volte gli enigmi proposti erano semplici e ridicoli.
UN’OSCURA PRESENZA CI DA’ LA CACCIA
Come la maggior parte dei giochi punta e clicca, The eyes of Ara dipende esclusivamente dalla lettura degli indizi, dalla scoperta di chiavi e aperture di porte. Mentre gli indizi possono variare in funzione e nell’aspetto, come per esempio una chiave che può essere ruotata oppure delle piastrelle che possono essere scambiate. Piccole note, libri aperti ed immagini offrono al giocatore una guida notevole durante tutto il gioco. Quest’ultimo offre anche ai giocatori la possibilità di soddisfare ulteriormente le loro tendenze maniacali, con un numero di oggetti da collezione elevato. Monete, immagini e figurine possono essere raccolte, ma non hanno un secondo fine per la trama. Come ho detto in precedenza, il gioco può sembrare semplice o ridicolo, ma il gioco non offre solo questi tipi di enigmi, ma anche alcuni molto complessi. Mi ricordo che ad un certo punto per riuscire a risolvere un enigma sono stato costretto a scrivere su carta e penna tutte le combinazioni possibili oppure annotarmi qualche indizio importante. Per più di una volta mi sono sentito addirittura frustrato fino al punto di voler chiudere il gioco, prendendomi una pausa sigaretta, ma alla fine mi sono trovato di nuovo attratto dalla voglia di risolverlo ed infatti, alla fine ne uscivo vincitore. Una cosa che ho trovato fastidiosa è la mancanza di impostazioni video. Non c’era modo di impostare la risoluzione a schermo intero, che ok, per me non era un problema, ma magari per qualche altro giocatore si. Le musiche erano piacevoli e senza pretese, come gli effetti sonori, mai ripetitivi. Il gioco è durato circa 4 ore, e posso dire che mi sono sentito davvero soddisfatto alla fine. Graficamente parlando riesce a fare la sua figura, anche se gli sviluppatori potevano fare sicuramente di più. Un punto negativo è l’assoluta mancanza dei sottotitoli in italiano che potrebbe rovinare l’esperienza di gioco, soprattutto per coloro che non masticano bene l’inglese, poiché fondamentale per la raccolta di indizi.
CONCLUSIONI
In conclusione posso dire che il mio tempo con “The Eyes of Ara” è stato tutt’altro che sprecato. Il gioco offre sfide gratificanti, un’atmosfera intrigante e un bellissimo ambiente. Mentre alcuni giocatori potrebbero trovare snervante la curva della difficoltà, la trama riuscirà a tenerli fermi davanti allo schermo. Con solo alcuni problemi minori, come la mancanza di sottotitoli in italiano, ed alcuni enigmi sottotono, “The eyes of Ara” si trova ad essere uno dei migliori giochi indie dell’estate.