Ratalaika Games ci offre una nuova avventura grafica di breve durata in cui godere di un sistema giocabile tanto arcaico quanto funzionale, anche se con una sezione artistica un po’ antiquata che rende questo titolo unico nel suo genere.

Il gioco
Trails and Traces: The Tomb of Thomas Tew è una classica avventura grafica, forse troppo, di quelle punta e clicca in cui bisogna esplorare gli oggetti e farli interagire tra loro o con il resto degli elementi della scena. I problemi nascono quando l’esplorazione degli scenari è limitata in modo esagerato e diventa una passeggiata lineare che durerà solo un paio d’ore, oltre che un disegno artistico che non lascerà nessuno indifferente.
La trama ci porta a incontrare James Labbett, un investigatore privato che approfondisce un caso di persone scomparse, qualcosa di molto comune nella sua gilda, fino a quando non si rende conto che la cosa assumerà sfumature paranormali con la presenza di un mistero mistico, quello del leggendario pirata Thomas Tew, la cui leggenda afferma che possedesse un artefatto con poteri soprannaturali. Quindi il tutto suonerà come una storia interessante, e sicuramente ha il potenziale per esserlo, ma tutto accade con tanta fretta che non avremo il tempo di sfruttare la trama, e in meno di quanto pensiamo vedremo la fine crediti, solo dopo un paio d’ore di durata.
Ed è un peccato, perché la narrazione è l’unica cosa che avrebbe supportato l’esistenza di Trails and Traces: The Tomb of Thomas Tew, poiché a livello tecnico è un ritorno completo a quattro o cinque generazioni fa. Visivamente presenta animazioni ed espressioni scherzose, con dettagli scenografici che sembrano disegnati da un bambino di prima elementare. Lo stesso si può dire della sua sezione sonora, antiquata nella musica o negli effetti ambientali. Con tutto ciò, è chiaro che non è un gioco che rimarrà impresso nella mente dei giocatori per la sua sezione tecnica, ma che rende questo titolo unico del suo genere e farà ricordare vecchie gloria di più di 20 anni fa.

Gameplay ed altro
E cosa troviamo a livello gameplay? Il concetto di un’avventura grafica ridotta al minimo assurdo. Per cominciare, non abbiamo un tutorial che indichi i controlli concisi, ciò significa che ci vorranno alcuni secondi per capire che per interagire con gli oggetti dobbiamo premere e tenere premuto il pulsante di azione, una volta che lo facciamo di nostra iniziativa, vedremo che il meccanismo è più semplice di quello che pensiamo, basterà premere e tenere premuto il pulsante per esaminare o raccogliere oggetti. Il problema è che l’esplorazione dello scenario, in un titolo del genere, è quasi completamente eliminata in questa avventura. Qui siamo “rinchiusi” in un’unica stanza finché non troviamo la via d’uscita, limitandoci ad interagire con i pochissimi oggetti presenti nel luogo, e facilitando eccessivamente l’avanzamento strettamente lineare dell’esperienza.
Non c’è quasi nessuna opzione per “perdersi” nel gioco, per dover pensare a cosa interagire con un variegato compendio di scenari. Andiamo in un posto, raccogliamo quel poco che c’è, interagiamo con quegli stessi oggetti nella stessa stanza in un modo totalmente semplice e continuiamo in un altro posto dove ripetiamo la meccanica. Ecco perché dopo un paio d’ore arriveremo alla fine e ci sarà poca voglia di rigiocarlo, dal momento che anche i trofei sono semplici nel migliore dei casi, essendo premiati per aver raggiunto traguardi lineari nella trama.
Ma non tutto viene per nuocere ed a suo favore dobbiamo citare un buon numero di scenari, vari e divertenti da visitare, anche senza possibilità di esplorazioni dettagliate. E, soprattutto, la sua attrazione principale è il suo senso dell’umorismo, dal momento che la trama si prende come uno scherzo e le conversazioni con il resto dei personaggi secondari sono divertenti e spiritose.

In conclusione
Ecco perché Trails and Traces: The Tomb of Thomas Tew è un’avventura un po’ infruttuosa in termini di gameplay classico, ma almeno mantiene un senso dell’umorismo e una varietà di scenari sufficienti per compensare un gioco veloce, e anche un più di prezzo abbordabile. Quindi chi sa perdonare la maggior parte dei suoi difetti e grattare quello che può dalla sua trama troverà un’esperienza effimera ma efficace.