Potrebbe non essere la serie di fumetti e cartoni animati più popolare nel nostro territorio, ma nonostante ciò molti di noi sono cresciuti con gli scontri tra gli eroi di GI Joe ei membri della sinistra organizzazione Cobra. Sono tanti i giochi che negli anni sono apparsi in diversi formati basati sul franchise Hasbro, ma purtroppo per i loro follower quasi tutti hanno presentato un livello di qualità inferiore alla media. Con queste premesse, la verità è che le aspettative generate dal titolo in questione, GI Joe: Operation Blackout , non erano state particolarmente colossali. GI Joe: Operation Blackout è una produzione rispettabile che può fornire divertimento ai fan della saga così come agli amanti del fighting e delle sparatorie indiscriminate, poiché abbiamo a che fare con un fedele rappresentante di sparatutto in terza persona. Un titolo che di certo non si distingue per la sua originalità nel suo approccio generale, come spiegheremo di seguito, né per offrire le riprese più intense ed epiche mai godute in un titolo di questo genere. Ma considerando le basse aspettative che il gioco stesso aveva generato e il background del franchise nel formato dei videogiochi, il risultato è abbastanza decente.

Il gioco
Normalmente in questo tipo di produzioni, la trama è di solito piuttosto trascurata e non ha quasi alcuno scopo nel gioco. Al contrario, la trama che si intreccia lungo i 17 livelli che si svolgono nella modalità di gioco principale (Campagna) dà abbastanza di sé e, di fatto, è seguita con notevole interesse. La malvagia organizzazione Cobra mira a riprendere il controllo del pianeta e ideare un piano in cui genera un blackout (blackout elettrico) in tutto il mondo, che crea il caos che già immagini. E per cercare di sventare questo piano, gli eroi di GI Joe vengono alla ribalta, dando vita a una narrazione che è accompagnata da varie scene animate prima di ogni missione in cui ci schieriamo.
La suddetta modalità Campagna (di cui si può godere in quattro diversi livelli di difficoltà) è piuttosto ampia e una delle sue caratteristiche che ci è piaciuta di più è che durante le missioni si alternano il controllo di eroi e cattivi. Cioè, possiamo seguire l’azione da due diversi punti di vista e, inoltre, prendere il controllo di un buon numero di tipi diversi, tutti noti al franchise (Duke, Destro, Scarlett, Roadblock, ecc.) e che hanno anche un proprio repertorio di armi. Un armamento che è il più completo visto che non appena maneggiamo armi più o meno tradizionali come mitra o pistole automatiche, fino ad arrivare le armi al plasma. Quasi una ventina di armi in totale che hanno anche vari aspetti come i personaggi stessi.

Analisi del gameplay e altro
Questa modalità può essere goduta sia da soli che in compagnia di un amico grazie alla modalità cooperativa a schermo diviso ma non online. Certo, in un modo o nell’altro saremo sempre accompagnati da un personaggio alleato, poiché se decidiamo di avanzare da soli, la CPU è incaricata di controllare il nostro partner. Le missioni sono piuttosto estese e durante di esse dobbiamo eseguire al volo gli ordini di turno che ci vengono affidati, dando luogo alle classiche situazioni che abitualmente viviamo in questa tipologia di sparatutto: catturare o proteggere un determinato luogo, ripulire un’area dagli avversari, attivare dispositivi e console, uccidere il boss finale del turno e cosi via. In questo caso non presenta nessun elemento particolarmente originale, anzi il contrario, ma non è neanche qualcosa che manca. E accanto a questa opzione di gioco, c’è anche il multiplayer competitivo che include quattro diverse modalità di gioco piuttosto classiche: cattura la bandiera, assalto, tutti contro tutti e re della collina. Un’opzione interessante ma che può essere intrapresa solo attraverso uno schermo diviso, non online, qualcosa che toglie molte possibilità e che, in effetti, è raro di questi tempi.
Tornando a noi, siamo di fronte a uno sparatutto molto tradizionale in generale e al di là della possibilità di poter compiere la strana missione a bordo di veicoli armati, il resto è quello che si può chiedere per un gioco di queste caratteristiche. In questa produzione ci sono esplosioni, sparatorie, scudi, rigeneratori di salute, granate e altri elementi classici di questo tipo di titoli. L’integrazione di specifici dettagli come la ricarica alla Gears si notano, ma per il resto si tratta di un classico sparatutto. Quello che può far storcere il naso è il colpire gli avversari, soprattutto durante le battaglie contro i nemici più resistenti, che non smettono di muoversi sullo schermo e talvolta è più facile ucciderli con una granata pulita che usando il piombo.
Una sezione giocabile divertente e ben sviluppata che è stata coperta da una trama tecnica solvibile. L’ estetica cel-shading che è stata utilizzata per rappresentare il mondo di GI Joe è ideale per ovvi motivi. L’aspetto dei personaggi è piuttosto attraente e le loro animazioni sono fluide e ben ricreate, anche se mancano le animazioni facciali, soprattutto quando assistiamo a una conversazione tra i diversi protagonisti. Il suono si esibisce a un livello uguale o anche leggermente superiore, con un ottimo doppiaggio in inglese (con testi in italiano) ed effetti sonori forti e vari.

In conclusione
Ciò che questo sparatutto in terza persona ci offre è qualcosa che abbiamo sperimentato in innumerevoli titoli precedenti e con maggiore fortuna nella maggior parte di essi. Tuttavia, questa mancanza di originalità è compensata da vari fattori, come il fatto che sia supportata da un franchise noto come GI Joe, che è anche una delle poche produzioni che ricordiamo che valgono la pena tra quelle basate sulla nota serie di Hasbro. Ma il gioco ha altre qualità, come una modalità campagna interessante e relativamente ampia che può anche essere goduta in modalità cooperativa a schermo condiviso. E a questo si aggiunge la modalità multiplayer per quattro utenti che, quasi incomprensibilmente di questi tempi, funziona solo in locale. Un lavoro divertente nel complesso e abbastanza godibile per gli appassionati di azione diretta senza troppe complicazioni.