Se sviluppare un primo episodio è in genere cosa facile, continuare a tenere alto l’interesse del lettore o del giocatore con il prosieguo della storia è tutta un’altra cosa.
La direzione intrapresa da questo filone narrativo continua quindi a mettere un po’ da parte la storia di Gotham per dare ampio spazio al personaggio di Bruce, e il secondo episodio ne è l’ennesima conferma.
Children of Arkham si appoggia su un colpo di scena iniziale che non avevo affatto previsto e che mi ha piacevolmente sorpreso.
Ho gradito in particolare la maniera in cui lo sviluppatore ha modificato alcuni dei canoni di Batman, dimostrando grande coraggio.
Le scelte operate sono state in tutti i casi convincenti, almeno per quanto riguarda la narrativa.
Apprezzabile il comparto grafico e sonoro: le musiche di Gotham e la colonna sonora sfiorano la perfezione, il doppiaggio (esclusivamente inglese) è ai livelli del magnifico Tales From the Borderlands e gli scenari sono cupi, tenebrosi, corrotti, danno il meglio di sè soprattutto nelle sessioni di gioco notturne.
Sono, dunque, quello che devono essere in una produzione dedicata non a un supereroe qualsiasi, ma a Batman.
Il nuovo motore grafico sviluppato da Telltale Games ha modo di mostrare i muscoli in questo Children of Arkham, più che altro grazie a scene panoramiche o ad ambientazioni che concedono una certa varietà cromatica.
Giocare a Batman: The Telltale Series è un piacere per la mente e le scelte messe in gioco non sono altro che il biglietto da visita di una Telltale che spesso e volentieri dimentica che oltre alle storie, nei videogiochi, ci sono altri elementi da curare.
Children of Arkham non è altro che un episodio “ponte”, una conseguenza alle cause innescate con il primo episodio che esplode sul finale, lasciandomi con il fiato sospeso in attesa del terzo episodio che giocherà un ruolo chiave nell’intera vicenda firmata Telltale.