Cobra Kai è una delle migliori serie degli ultimi anni (prima pubblicata su YouTube e ora su Netflix). Un vero occhiolino per quelli di noi che hanno apprezzato Karate Kid negli anni’80 ed un modo per attirare le nuove generazioni a questa vecchia saga di arti marziali. E poiché è una serie con riferimenti anni ottanta costanti, non potremmo pensare a un modo migliore per adattarla a un videogioco di un brawler, come hanno fatto GameMill e Flux Games con Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues.
Il gioco
Cobra Kai ha una buona trama, che corre parallela alla seconda stagione della serie, con sequenze in stile fumetto e gli stessi doppiatori. E come ogni fan si aspetterebbe, la prima cosa è scegliere da che parte stare: Cobra Kai, il dojo di Johnny Lawrence e Miyagi Do Karate, il dojo di Daniel Larusso. Ognuno di loro ha i personaggi più rappresentativi (abbiamo 8 combattenti in totale), che includono i due sensei, oltre a Miguel, Hawk, Tory, Robby, Sam e inspiegabilmente Dimitri (che per tutta la serie mostra la sua capacità di non combattere, ma nel gioco si difende proprio come gli altri). Durante lo stesso livello, possiamo controllare più personaggi, alternandoli con la croce di controllo.
Superiamo così una serie di risse di strada, in cui affrontiamo più di 40 tipi di nemici (appartenenti a tribù urbane come hippy etc. ) con attacchi specifici portati avanti con senso dell’umorismo. In totale, ci sono 28 livelli, una dimensione più che considerevole per questo genere, e ognuno recupera un’area riconoscibile di Los Angeles.
Analisi del gameplay e altro
Il sistema di combattimento è uno dei grandi successi di Cobra Kai The Karate Kid Saga Continues. Abbiamo a disposizione più di 200 attacchi, partendo da semplici combo di pugni e calci, colpi contestuali che sfruttano alcuni elementi della scena, attacchi con le armi e la possibilità di riempire un indicatore per eseguire speciali (esclusivo per ogni personaggio). C’è di più, possiamo anche afferrare gli avversari ed eseguire semplici attacchi. Abbiamo la capacità di fermare gli attacchi o schivare. E quando sblocchiamo nuove tecniche, possiamo selezionarle in un set che vengono selezionati con L2 e R2 e che ottengono effetti diversi con i pulsanti di attacco di base. L’intero sistema può sembrare complesso, ma è rapidamente padroneggiato e molto fluido. Il gioco premia una varietà di combo, quindi vale la pena provare tutte queste tecniche.
Anche il sistema di avanzamento è stato curato bene. I potenziamenti dei personaggi vengono acquistati con le monete lasciate dai nemici sconfitti. Possiamo scegliere di migliorare un combattente o migliorare il dojo e acquisire abilità per l’intero gruppo. E c’è molto da sbloccare. Come se non bastasse, un altro modo per migliorare è affrontare le sfide, che vengono sbloccate nel dojo e che ci lasciano ricompense speciali. La profondità del gioco viene completata raccogliendo gli oggetti nascosti in ogni scenario. E per aggiungere la ciliegina a questo tributo alla serie, possiamo giocare in cooperativa locale, che moltiplica il divertimento del gioco.
Parlando di fedeltà alla serie, non si tratta solo di personaggi e luoghi, ma anche di dettagli come il polpo impagliato che Miguel ha dato a Sam nel suo primo “non un appuntamento”, e che ora possiamo sfruttare per colpire, l’aspetto di secondari come la madre di Miguel, collezionando bonsai e gli innumerevoli riferimenti che si completano con una colonna sonora degli anni ottanta. La ricreazione dei personaggi è molto riuscita, con un attento stile “cel shading”, ma la parte tecnica ha le sue irregolarità. Il primo è che alcune delle animazioni sono in qualche modo robotiche e rompono la fluidità del combattimento. La più ovvia, tuttavia, è che gli scenari non sono così curati come i combattenti, e rovinano la grande sensazione che il gioco ci lascia.
In conclusione
Insomma, Cobra Kai è stata una piacevolissima sorpresa. È arrivato quasi in punta di piedi, come un “piccolo” gioco basato su una licenza che può essere considerata minore. Ma è un gioco a cui è stato dato molto amore, è pieno di cenni alla serie (anche nel tipo di cibo che ogni personaggio raccoglie per riacquistare energia) ha senso dell’umorismo, molta profondità, un tributo che farà falice i fan.