L’Italia è un paese geograficamente bellissimo, dove abbiamo montagne, colline, spiagge, neve, mare e molto altro ancora. Non è solo il cibo che ci divide dagli altri paesi, ma anche la nostra storia, ricca di arte, artisti e capolavori. Difficile dimenticare i giochi ambientati in Italia e posti nel passato, come per esempio Assassin’s creed 2, con Leonardo Da Vinci ad aprire le danze con il primo carro armato. Questa volta ci siamo ritrovati sempre in Italia, ma durante la seconda guerra mondiale. Questo è Sniper Elite 4, e questa è la nostra recensione.
L’Italia, il bel paese.
Il gioco ci porta in Italia, dopo aver abbandonato i grandi deserti africani del terzo capitolo, sfruttando le ambientazioni del bel paese. Ambientato nel 1943 e gli americani sono quasi sul suolo italiano per la campagna d’Italia, e il giocatore tornerà nei panni di Karl Fairburne, cecchino d’elitè che avrà il compito di indagare su alcuni missili tedeschi, oltre a quello di spianare la strada all’esercito americano, grazie all’uccisione di nazisti a destra e sinistra. Sicuramente è da apprezzare il fatto che una grande società di sviluppo come Rebellion abbia deciso di ambientare completamente il gioco in Italia, andando a porre il proprio gioco in questa precisa ambientazione storica. Di solito siamo abituati ad una visione molto maggiore della seconda guerra mondiale, ma qui ha tutto un suo perché. Infatti il nostro protagonista, oltre a svolgere le sue faccende, dovrà vedersela con partigiani e con la Mafia italiana, avendo un forte impatto narrativo sulla storia.
Hitler, dove sei?
Dall’altra parte vediamo anche come gli sviluppatori si siano concentrati sullo sviluppo vero e proprio del gioco, creando anche un piccolo mondo open world, dove il giocatore ha pieno controllo sulle facoltà del protagonista, decidendo gli obiettivi da svolgere in totale libertà. Ogni livello ha i suoi sviluppi ambientali su più livelli, e noi saremo liberissimi di scegliere come affrontare le missioni. Sniper Elite 4, come i precedenti titoli della serie d’altro canto, può essere affrontato completamente in Stealth, oppure giocato in versione guerra, con mitra alla mano. Un connubio quasi perfetto tra Hitman e un Battlefield 1 in terza persona. Il gioco è sviluppato su 10 missioni, completabili in circa 10 ore di gioco, con un buon tasso di rigiocabilità, nel caso non svolgeste tutti gli obiettivi nella prima run. Ovviamente il titolo premia chi riesce a comportarsi come un vero e proprio cecchino, rimanendo invisibile, ma sono presenti delle sfide in cui è possibile comportarsi come Terminator, anche se avrete vita breve, date le grosse ondate di nemici in caso di allarme. Ovviamente nel caso scegliessimo il primo metodo, avremo i nostri grattacapi, infatti i nemici non sono sordi, e sentiranno eventuali spari alla lontana, e andranno ad indagare, lasciandoci però il tempo di cambiare posizione o di rimanere in silenzio per far passare la ronda. Oltre al nostro arsenale di fiducia, avremo a disposizione per fare un po’ di stragi naziste, una grande quantità di esplosivi prefabbricati e non. Infatti anche l’ambiente mette a disposizione un bel po’ di cose da far esplodere, come i camion nemici, taniche di benzine e munizioni, oltre alle classiche mine, granate e C4. L’intelligenza artificiale dei nemici varierà anche in base alla difficoltà impostata, ma tutto sommato si è comportata bene in quasi tutte le occasioni.
Multiplayer sfrenato
Ad affiancare la modalità singleplayer abbiamo anche una corposa modalità multigiocatore con un bel po’ di modalità, tra cui deathmatch a squadre, tutti contro tutti e una modalità paradisiaca per i cecchini, che abbiamo trovato la più bella dato il contesto del gioco, ovvero un deathmatch con ambientazioni modificate appositamente. Due squadre si sfidano su un terreno diviso, in cui l’obiettivo è colpire il nemico dalla maggior distanza possibile. Una vera chicca per i cecchini provetti. Disponibile anche una modalità Coop, il cui obiettivo è resistere ad ondate di nemici. Purtroppo però essendo il gioco uscito solamente ieri, non abbiamo testato molto le modalità multiplayer, essendo ancora povere di giocatori. Il comparto tecnico del gioco restituisce bei scorci sull’Italia anni 40, soprattutto quando si tratta di paesaggi di mare, con bei giochi di luci e colori caldi e accesi. Buona parte del gioco infatti essendo che si svolge di giorno, riesce a calare anche una buona atmosfera e l’impatto sul giocatore è immediato. Anche se non si grida al miracolo per quando riguarda la realizzazione, la resa è buona. Buono anche il doppiaggio in italiano, mentre l’audio non osa, e riesce ad accompagnare con un sottofondo musicale piatto e senza dubbio dimenticabile. Ovviamente la caratteristica più bella resta la Kill-Cam, pietra miliare del gioco, che permette di fare una “radiografia” ai nemici nel momento in cui il nostro proiettile trapassa gli organi e fuoriesce dall’altro lato.
In conclusione
Sniper Elite 4 è Sniper Elite. Punto. Prendete il terzo capitolo, dategli un’ambientazione all’italiana e avrete SE4. Gli sviluppatori si son tenuti bassi questa volta con una formula già collaudata e non hanno osato a fare di più. Ovviamente il titolo è buono, ma poteva essere ottimo, visto che ci ritroviamo alla quarta uscita ormai. Adatto a coloro che amano “stelthare”, ma senza dubbio anche a coloro che amano fare casino in mezzo alle montagne.