Parlo con totale sincerità, ho provato ad iniziare l’analisi con 5 frasi diverse, ma il legame comune e le parole che sono sempre apparse in esse è ovviamente Mortal Shell e Dark Souls. Ed è che il titolo sviluppato da Cold Symmetry e distribuito da Playstack, può essere perfettamente descritto come una “libera interpretazione dell’universo di Dark Souls”. Senza avvicinarsi specificamente alla tradizione o all’argomento stesso della saga di From Software che ha definitivamente stabilito una sedia nell’industria dei videogiochi, Mortal Shell è il Souls più fedele al genere a cui abbiamo mai giocato.

Il gioco
Per quanto riguarda la trama, non possiamo davvero dire più di quanto si può leggere nella descrizione del gioco, perché tutto il mistero della nostra origine o del mondo in cui ci muoveremo, seppur pieno di enigmi, man mano che andiamo avanti. Ma la premessa è la seguente: siamo un martire, una specie di creatura dalla forma umana immortale che utilizzerà diversi “ricettacoli mortali” per usare le sue capacità e per avanzare nel mondo desolato e crudele che troveremo.
Come buon Action RPG in stile Souls, avremo a disposizione l’intera gamma di movimenti, ma praticamente limitati al combattimento ravvicinato. Fatta eccezione per un’arma (abbastanza bella, tra l’altro), che funziona a distanza, ma non avremo magie come palle di fuoco o simili da lanciare, riducendo a dover imparare a combattere da molto vicino. Ma questa “limitazione”, che è più un esercizio di progettazione, si estende anche a due degli aspetti principali di un inventario di giochi di ruolo: armi e armature. Perché ne avremo solo 4 tra cui scegliere.
Ma non abbiate paura, forse al contrario. Questa soluzione ha l’etichetta “meno è meglio” attaccata ad essa, dal momento che non ha bisogno che l’utente aspetti di cambiare arma ogni volta che ne prende una nuova o di investire materiali di miglioramento in una e poi ne arriva una più potente. Vi spieghiamo, ognuna delle armi è sacra, tant’è che a parte la spada iniziale, il resto dovremo procurarcelo dopo una dura lotta contro un boss. Sono assolutamente diversi tra loro e ognuno ci offrirà un’esperienza diversa in combattimento, dovendosi adattare a ciascuno e offrendo anche benefici adeguati alle diverse situazioni.

Analisi del Gameplay
Un attacco normale e un altro pesante, si combinano per offrire la gamma di attacchi, sufficientemente variata, da stampare un ritmo quasi coreografico che dobbiamo tenere in considerazione per la tempistica dei nostri attacchi (più pesanti e più potenti o più leggeri e rapido). Una sorta di sigillo che otterremo in seguito ci permette di parare e ottenere più vita o altri effetti, che, insieme allo speciale della nostra arma, consumeranno quella che viene chiamata determinazione, una barra accanto alla vita che si ricaricherà mentre eliminiamo i nostri nemici. Ma forse l’aspetto più rilevante del combattimento in Mortal Shell è la capacità del nostro personaggio di trasformarsi in pietra, sì, congelandoci mentre lo fai. Durante un attacco, per aspettare i nemici, per mantenere una carica o per farci rimbalzare le frecce, sarà il nostro ultimo jolly in combattimento. Un’abilità innata, che impiegherà pochi secondi per ricaricarsi prima di riutilizzarla, ma che non è infallibile, perché dopo il primo nemico colpito svanirà.
Abilità che faranno una differenza brutale mentre andiamo avanti, con schivate dannose, la capacità di aggiungere veleno, ottenere facilmente determinazione o persino correre senza limiti senza stancarsi. Tutto merito del Tar and the Vestiges, la moneta del gioco, che otterremo dai nemici caduti, e che perderemo se moriremo, con la possibilità di recuperarlo dal nostro corpo, dando origine a quelle passeggiate in zone mortali. Così divertente in cui con tutta probabilità ci uccidono prima del nostro arrivo, perdendo definitivamente le monete raccolte precedentemente. Quella corsa divertente che ti fa venir voglia di gettare il pad dalla finestra, stringere i denti e rompere il primo cuscino del divano che prendi, in pieno stile Souls.
Mortal Shell gira su Unreal Engine 4 che è sempre sinonimo di qualità, ma quando un buon direttore artistico lo incontra accadono cose molto interessanti, come in questo caso. Gli scenari, i nemici e gli effetti grafici sono molto suggestivi per un titolo di taglio che a priori potrebbe sembrare più modesto. Un risultato di alto livello che non possiamo negare ha i suoi difetti, ma di cui siamo più che soddisfatti. Vuole essere così impressionante a volte, che l’attacco di alcuni nemici o la parata suonino troppo forte, forse anche stridente, per dire qualcosa che non ci è piaciuto. Tuttavia, il feeling generale tecnicamente parlando è impeccabile se pensiamo alla dimensione del titolo, perché se commettiamo l’errore di confrontarlo faccia a faccia con un gigante come Dark Souls, ovviamente perderà. La sezione si chiude con un’eccellente localizzazione in italiano, che tornerà utile soprattutto per la descrizione di oggetti o abilità, che di solito nascondono messaggi importanti della tradizione di Mortal Shells.
Per finire, il titolo offre una durata più che considerevole, ben oltre 20 ore, con molti luoghi da esplorare e un’avventura da scoprire, che con poco che è complicato e si muore molto, salirà facilmente sopra quella cifra o addirittura scenderà se lo sei abbastanza abile. Il suo sviluppo di tipo RPG ci permetterà di sviluppare i nostri ricettacoli e le nostre armi nello stesso momento in cui il gioco viene scoperto prima di noi, ottenendo continuamente nuovi oggetti e motivazioni che ci spingono a continuare a cercare maggiori informazioni sul mistero del mondo e sul nostro destino in esso. Inoltre c’è la possibilità di trascorrere la partita solo con il proprio corpo senza poter utilizzare i ricettacoli, interagendo con una specie di santuario, fate molta attenzione, perché il titolo diventerà tremendamente più difficile.

In conclusione
Mortal Shell ci è sembrato un titolo brutale, spietato con il giocatore e davvero difficile. Forse il Souls più “Dark Souls” che abbiamo incontrato in coloro che hanno optato per questo sottogenere. La buona notizia è che sia nel bene che nel male, sorprende che sia il primo titolo di Cold Symmetry, poiché nonostante gli evidenti riferimenti e somiglianze, oltre ad avere una sezione grafica molto solida e un design artistico esclusivo, con ricettacoli, nemici e NPC progettati in modo superbo, con un’estetica oscura ma molto attraente, riesce a piazzarsi tra i migliori di fine generazione.