The Silver Case è un gioco uscito nel 1999, esclusivamente per Playstation1 e sviluppato dal famosissimo Suda51. Nel corso degli anni sono state rilasciate versioni diverse per vari sistemi operativi, incluso il Nintendo3DS. Ora a 18 anni quasi dalla sua release principale è arrivato anche su PS4 e questa è la nostra recensione.
Un caso da risolvere
The Silver Case è una visual novel d’avventura, composta da un gameplay non troppo interattivo e illustrato da immagini fatte veramente bene. La Trama è ambientata nel 24 District in Giappone nel 1999, divisa in due sezioni da 5 capitoli ciascuna. La prima è chiamata Transmitter che narra la vicenda attraverso il punto di vista di un eroe che non parla, di nome Akira, mentre la seconda, chiamata Placebo, narra la storia del giornalista indipendente Tokio Morishima, il quale farà chiarezza sulle parti della storia non proprio chiare. Un veterano del dipartimento di polizia, Kusabi, scopre che il serial Killer Uehare, evaso da un ospedale psichiatrico, è tornato a compiere omicidi. Il nostro compito, insieme ad Akira, sarà quello di indagare e scovare di nuovo l’assassino e porre finalmente fine a queste barbari. La sceneggiatura mostra dei dialoghi molto profondi e maturi, i quali consentono di comprendere la psicologia dei personaggi e le varie relazioni che li coinvolgono, ma delle volte si dilungano anche troppo, costruendo situazioni inutili e spiacevoli. The Silver Case è dunque un’avventura testuale pura, con 0 azione, ma pieno zeppo di dialoghi. La trama rimane dunque fulcro del titolo stesso, mentre il ruolo del giocatore sarà quello di dirigere l’indagine nel modo giusto, risolvendo qualche piccolo puzzle. Per gli amanti delle Visual Novel è sicuramente una passeggiata, e sarà senz’altro apprezzato.
Visual Novel a tutti gli effetti
I protagonisti sono caratterizzati stereotipi giapponesi che in parte sono presente anche nei migliori anime del momento. Basti pensare al linguaggio aggressivo di Kumio, che lo etichetta come un uomo di strada. I dialoghi spesso sono volutamente enigmatici e lasciano il giocatore alla libera interpretazione delle parole, mescolando sempre più spesso con l’avanzare della storia le carte, per poi sbocciare nel finale. Alcuni passaggi potevano di sicuro essere narrati meglio, ma l’insieme generale è dotato di grande forza e riesce a spaziare tra le varie situazioni. Ogni capitolo si incentra su di un caso specifico e misterioso, ma che alla fine si concatena al risultato finale, ovvero ritrovare il misterioso omicida scappato. Le parti del gioco in 2D vengono anche mixate in quelle 3D, soprattutto nelle situazioni in cui bisogna investigare direttamente e vivere la situazione in prima persona, presentando il gioco in modo tridimensionale. Quasi come in tutte le Remastered è possibile Switchare tra la grafica originale e quella rimasterizzata, notando che comunque c’è stato un netto miglioramento delle texture e del sistema di illuminazione. L’interfaccia risulta più ricca e animata, che in ogni caso è gestita da una direzione in linea con la storia che il gioco racconta. Il tutto viene colorato e gestito dal cambio di colori, in alcune zone anche molto veloce, per sottolineare anche il passaggio da una zona tranquilla ad una più cupa. Su Ps4 la risoluzione è impostata sui 1080P rispetto ai 480 della prima Playstation, mentre la longevità si assesta intorno alle 15 ore di gioco. La colonna sonora è molto suggestiva, ben composta e piacevole da ascoltare ancora oggi dopo 20 anni. Tuttavia il gioco è sottotitolato solo in inglese e questo può far perdere gran parte dell’esperienza soprattutto dovuto ai dialoghi spesso lunghi e avvolte noiosi.
In conclusione
Se siete appassionati del genere e amate una narrazione profonda, The Silver Case è il gioco che fa per voi, altrimenti passate senza rimpianti. Purtroppo questo titolo Targato Suda51 è un gioco non per tutti, ma soprattutto per coloro che non masticano bene l’inglese data l’enormità e la difficoltà dei dialoghi presente nel gioco. Il lavoro di Remastered è stato fatto in modo impeccabile e soprattutto al passo con i tempi. E’ soprattutto consigliato a coloro che cercano dei titoli Noir, che amano il genere e vogliono perdersi tra i stereotipi giapponesi, che ancora oggi, nel 2017 sono attuali.