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The Town of Light – Recensione

The Town of light. Un gioco tutto italiano, sviluppato da LKA. Non si vedono ultimamente giochi di grandi calibro nel nostro paese, dunque affidandoci agli indie ci ritroviamo spesso davanti giochini di serie B, app per smartphone ecc. Invece oggi ci troviamo davanti a questo titolo, avventura grafica ambientata in Toscana. Siete curiosi di sapere tutto? Seguite la nostra recensione.

 

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Città Di Luce

Come appena detto, il gioco è ambientato in Toscana, e riguarda, senza spoilerare molto, il passato e presente di una donna di nome Renée, che nel corso del 1930 è stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico di Volterra. Anche se il nostro personaggio è un’invenzione degli sviluppatori, l’ospedale è reale, e la loro storia è frutto di una enorma ricerca accurata. Il gioco si apre con Renèe che torna all’ospedale dopo circa 12 anni, infatti il titolo è ambientato nel 1942, con la speranza di ricordare tutto quello che è successo li. Tutto questo contorno fa sembrare che il gioco sia realmente un Survival Horror, mentre invece, e possiamo confermarlo il gioco non ha nulla di horror. I soliti cliché ne fanno da padroni, tipo le porte che si chiudono in modo misterioso, rumori spettrali ed una bambola “demoniaca”. Comunque andando avanti, il fattore che colpisce molto è il comparto narrativo, molto attento e sviluppato bene per tutto il gioco.

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Ospedale?!? Non ci voglio andare.

The Town of Light presenta anche puzzle, ma molto semplici. La vera difficoltà del titolo è trovare il prossimo obiettivo, poiché sul nostro HUD non ci saranno né mappe né indicazioni. Gli elementi di maggior successo di tutto il titolo, sono sicuramente le cutscene animati che illustrano i momenti più inquietanti del soggiorno di renèe all’ospedale. Il resto del gioco è quello che dovrebbe essere chiamato, o forse lo è, ricerca oggetti giusti o delle giuste camere per attivare la scena successiva. Ci sono diversi percorsi a seconda di come si approfondisce la storia, ed al termine delle termine tre ore circa che abbiamo impiegato per finirlo, difficilmente lo riprenderete in mano. Graficamente parlando è davvero ottimo, ricorda molto The vanishing of Ethan Carter, con scorci davvero da lasciare a bocca aperta. Inoltre una nota personale: abbiamo trovato molto belle le etichette originali che si possono incontrare nell’ospedale, come quello della libreria, oppure i manifesti per capire meglio la politica del tempo. Per quanto riguarda il sonoro, il titolo presenta buoni campioni audio e belle musiche di sottofondo. Nota negativa il sonoro, con un doppiaggio non soddisfacente ed amatoriale.

 

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ConclusioniThe town of light è il tentativo appena sufficiente di voler portare un indie alla ribalta. Non è male, ma non è un capolavoro. Comparto grafico da paura ed un sonoro con doppiaggio mediocre, un comparto narrativo ottimo ed una durata di sole tre ore. Mettete tutto su di una bilancia ed avrete il nuovo titolo dei ragazzi di LKA.

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